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Newsletter Culmine e Fonte n. 8/2016 articoli

Newsletter Culmine e Fonte n. 8/2016

Sommario:

 

Progetto di animazione per preadolescenti e adolescenti

(ministranti)


QUESTA È LA MIA CASA
La Chiesa, Famiglia di Dio
IL TEMA
Riconoscersi in un’identità, capire chi siamo e dove andiamo, sono questioni profonde che da sempre interrogano ogni uomo. In tempi passati, ma non lontani, capitava anche alla persona più semplice di fermarsi a riflettere su queste domande, e magari di risolverle con poche povere parole che, però, cristallizzavano una saggezza secolare tramandata di padre in figlio. Oggi siamo tutti più istruiti, ma meno attenti alle domande fondamentali perché assorbiti da ritmi di vita frenetici, e pure quando abbiamo tempo libero lo saturiamo con una girandola di interessi e passioni più urgenti dell’introspezione. Siamo quindi più preparati, ma meno pronti a dare una risposta convinta e, soprattutto, convincente. Eppure, per rispondere alle grandi domande, basterebbe aprire gli occhi e guardarsi intorno. Per sapere da dove veniamo e dove andiamo, basta guardare dove siamo. Per sapere chi siamo, basta guardare chi abbiamo intorno nello spazio e nel tempo: da chi veniamo e a chi stiamo preparando la strada. In barba ai sogni post-moderni di autonomia e libertà come beni assoluti, noi siamo caratterizzati in massima parte da ciò che altri ci hanno dato: la nostra stessa esistenza è un dono di qualcun altro a noi.
L’identità che vogliamo riscoprire in quest’anno di oratorio insieme è quella di “famigliari di Dio”, gente della sua casa. Il battesimo che ci ha fatti cristiani, ossia figli di Dio attraverso l’innesto in Gesù Cristo, ci ha reso parte del popolo che Dio ha scelto per sé, il popolo di Dio. Adottati in questa figliolanza divina, otteniamo una nuova identità che completa quella naturale. La discendenza naturale, a cui apparteniamo grazie ai nostri genitori, ci fa ereditare caratteristiche biologiche, condizioni di vita, ci proietta in un tempo storico particolare, tutti fattori che contribuiscono a definire la nostra esistenza. Per la discendenza in cui siamo inseriti col battesimo ereditiamo un patrimonio spirituale, insieme al nostro posto all’interno della storia della salvezza. Se alla vita terrena ci hanno generato i nostri genitori, alla vita divina ci genera l’altra famiglia a cui apparteniamo: la Chiesa.
L’ITINERARIO ANNUALE
In questo itinerario educativo riscopriremo le caratteristiche dell’una e dell’altra famiglia, quella naturale che ci ha dato la vita, e quella spirituale che ci conduce alla vita eterna. Accompagneremo i nostri ragazzi a comprendere l’una alla luce dell’altra, perché dalla concretezza di una si possa intuire la realtà dell’altra, e dalla perfezione di una si possa comprendere la bellezza piena della vita familiare cristiana. D’altra parte, proprio la capacità generativa della coppia uomo-donna è l’immagine più fedele che abbiamo di Dio Padre: «La coppia che ama e genera la vita è la vera ‘scultura’ vivente (non quella di pietra o d’oro che il Decalogo proibisce), capace di manifestare il Dio creatore e salvatore». (Amoris Laetitia, 11), così che la famiglia diventa immagine della Trinità intera: «La famiglia è immagine di Dio, che [...] è comunione di persone» (AL 71).

In breve, l'obiettivo di questo anno in oratorio è far sperimentare ai bambini e ragazzi in che modo la Chiesa sia per loro una casa accogliente in cui è possibile crescere ogni giorno nella gioia, scoprendo se stessi nella cura dell’altro.
Lavorando per far loro prendere piena coscienza che la Chiesa – che incontrano e vivono in modo speciale nell'oratorio – è realmente la loro famiglia per la vita cristiana (non solo nella dimensione spirituale, ma anche nella concretezza della vita caritativa, della manifestazione con le opere della propria fede) svolgeremo anche un'opera di riscoperta delle nostre origini e del nostro posto nel mondo. Aiuteremo i ragazzi a inquadrare loro stessi nella storia umana e nel suo intreccio con l'amore di Dio che delinea la storia della salvezza.
In questo senso diventano pregnanti e cariche di speranza le parole di Papa Francesco all'ultimo Convegno Diocesano: «“Gli anziani faranno sogni e i giovani avranno visioni” (cfr Gl 3,1). [...] In questa profezia contempliamo una realtà inderogabile: nei sogni dei nostri anziani molte volte risiede la possibilità che i nostri giovani abbiano nuove visioni, abbiano nuovamente un futuro».
Non abbandonati in balia di un presente incerto, ma innestati in una gloriosa discendenza e inseriti in una famiglia che li accompagna con l'amore del Padre, l'attenzione di una Madre e le premure di un'infinità di fratelli, i nostri ragazzi potranno trovare le condizioni per sbocciare e portare il loro frutto, dando pieno compimento alla promessa che Dio fa a ciascuno.
L'invito del Papa ci spinge sempre ad avere occhi di riguardo per chi vive le condizioni più difficili: «L'attenzione dedicata tanto ai migranti quanto alle persone con disabilità è un segno dello Spirito. Infatti entrambe le situazioni sono paradigmatiche: mettono specialmente in gioco il modo in cui si vive oggi la logica dell’accoglienza misericordiosa e dell’integrazione delle persone fragili». [cfr. AL n. 47]
Il nostro obiettivo sarà raggiunto solo se faremo sentire veramente a casa, nella nostra famiglia di cristiani, anche questi fratelli fragili o in difficoltà.
L'inizio di un nuovo anno (ORDINARIO II) porta con sé un invito, una chiamata a cui rispondere. L'invito fondamentale ce lo porta Dio stesso con Gesù: accoglierlo nella nostra “casa”, nel nostro cuore, è il primo passo. Scopriremo, però, che l'accoglienza non è un atto che si esaurisce in un episodio, ma è un atteggiamento da alimentare quotidianamente, come tutti quelli che si vivono in famiglia e che ci sfidano ogni giorno. Accolta la visita di Gesù che viene a cercarci, possiamo accogliere il suo invito a ricambiare la visita stabilendo una frequentazione assidua, a entrare in intimità con Lui che vuole rivelarci quali grandi cose il Padre ha pensato per noi. Accoglierlo, infatti, significa scoprire che abbiamo un posto all'interno di un popolo che è stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa (cfr. CCC 782).
L'appartenenza a questo popolo non l'abbiamo per nascita, ma per adozione. Dio stesso, in Gesù, si incarna (AVVENTO - NATALE) per venire a prendere ciascuno di noi e sollevarci alla dignità di figli attraverso una seconda nascita, una rinascita dall'alto (il battesimo). «L’incarnazione del Verbo in una famiglia umana, a Nazaret, commuove con la sua novità la storia del mondo» (AL 65): Dio sceglie la via della piccolezza, di una semplicità disarmante, per realizzare il suo progetto più grande, atteso e annunciato per secoli dai profeti. Dio si fa uomo nel bimbo che nasce in una grotta, in una famiglia che subito deve andare in esilio per difendere quel neonato che ha accolto. Maria e Giuseppe si pongono con umiltà in ascolto di ciò che Dio chiede, capiscono che anche se devono passare momenti di prova, c'è una promessa che Dio ha fatto loro e che vale tutta la fatica di essere raccolta. Immedesimandosi nella debolezza del Bambino Gesù e nella sua semplice famiglia, i piccoli dei nostri oratori potranno cominciare a riconoscersi come i nuovi germogli di questo popolo che vede in loro il proprio futuro e che porta in eredità una lunga storia di attesa e di speranza. Gli anziani delle nostre famiglie con i loro racconti possono aiutarli ad apprezzare appieno la loro condizione presente e sentirsi radicati in un terreno solido, in una storia collettiva che dà conto delle loro radici (cfr. AL 193). I bambini e ragazzi sono ora nella condizione ottimale per stabilirsi nel giusto rapporto con Dio: «“Diventare come i bambini” in rapporto a Dio è la condizione per entrare nel Regno; per questo ci si deve abbassare, si deve diventare piccoli; anzi, bisogna “rinascere dall’alto” (Gv 3,7), essere generati da Dio per diventare figli di Dio» (CCC 526).
Entrati a far parte di questo popolo, i ragazzi sono portati a tessere nuovi legami. «Gesù si presenta come modello di obbedienza ai suoi genitori terreni, stando loro sottomesso (cfr Lc 2,51) [… ma Gesù stesso] esalta la necessità di altri legami più profondi anche dentro le relazioni familiari: “Mia madre e i miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica” (Lc 8,21)» (AL 18). C'è un mondo di fratelli da conoscere e con i quali costruire relazioni al di fuori delle mura domestiche. È la dimensione della fratellanza che vogliamo far scoprire ai nostri ragazzi come chiave e motore per ogni attività missionaria che voglia portare frutto (ORDINARIO I). Questa fratellanza non viene dalla nostra buona volontà, ma dalla centralità di Cristo nel rapporto con i fratelli: è Lui che, facendoci figli di Dio, ci rende tutti fratelli tra noi. Per essere fratelli di Cristo non basta ascoltare la sua parola, bisogna anche metterla in pratica. La fratellanza espressa con l'attenzione e la cura verso gli altri, specialmente verso i più piccoli e fragili, diventa quindi la nostra via per rimanere dentro la famiglia di Gesù.
Una maniera molto caratteristica dell'ambito familiare di mettere in pratica la parola di Dio è la pazienza. Non una pazienza passiva, non una mesta sopportazione dei soprusi altrui. Al contrario, l'amorevole e benevolente pazienza che è una delle facce della carità di cui parla san Paolo (1Cor 13,4-7). La pazienza che ci spinge ad ascoltare, a dare tempo e spazio all'altro perché riconosciamo in lui “un altro come me”, che come noi ha bisogno di essere ascoltato, aspettato, che cerca di essere capito e benvoluto. Vivere così la pazienza che la vita familiare ogni giorno richiede è l'apertura al flusso della misericordia di Dio che per primo perdona a noi qualsiasi errore e che per questo rende anche noi capaci di riconciliazione (cfr. AL 91). Il tempo di QUARESIMA offre a noi per primi, e ai nostri ragazzi in oratorio, l'occasione per riscoprire l'atteggiamento della pazienza anzitutto in famiglia e, poi, per viverlo così rinnovato, in ogni ambito di vita.
Come l'uomo e la donna, per la capacità generativa, sono immagine del Dio creatore, il padre e la madre sono anche esempio dell'amore incondizionato di Dio Padre verso i figli. L'amore infatti non è un sentimento, ma le opere concrete che strutturano e alimentano le relazioni. «Cristo ha introdotto come segno distintivo dei suoi discepoli soprattutto la legge dell’amore e del dono di sé agli altri» (AL 27) avendola vissuta appieno Lui per primo con il dono di sé sulla croce per la salvezza dei fratelli che il Padre gli ha donato. Mentre la Chiesa celebra il compimento della promessa di Dio (TRIDUO), proprio per la fede in questo Dio che è fedele fino alla fine al suo popolo, proviamo anche noi a estendere la capacità di amare in questa maniera a partire dall'ambito famigliare – dove il legame viscerale rende più spontaneo il servizio e il dono di sé – e verso ogni fratello che il Signore ci manda incontro.
Godendo della bellezza e della gioia che provengono dalla vita in Cristo, la Chiesa costantemente rinnova il suo impegno a testimoniare la gioia dell'amore, della pazienza, del perdono e della condivisione. Nella Chiesa i fratelli si prendono cura l’uno dell’altro, attenti ai problemi, alle fragilità e alle debolezze di tutti. L'attenzione dei cristiani per il bene dei fratelli «fa di questo popolo sale della terra e luce del mondo» (CCC 782), un segno di speranza per il mondo intero. I bambini e i ragazzi, accolti e amati nella famiglia dei cristiani, hanno ora la possibilità di portare gli ottimi frutti dell’amore, accompagnati e sostenuti dall'intercessione di Maria. Sul suo esempio impareranno a custodire e meditare nel cuore ciò che vivono in famiglia e nella comunità, per imparare a riconoscere e fare memoria delle opere di Dio (TEMPO DI PASQUA).

CHE COS’È L’ITINERARIO?
L’itinerario è un percorso che ha come obiettivo la prima evangelizzazione dei bambini e dei ragazzi, e come tema la scoperta della loro appartenenza al popolo di Dio, una famiglia di elezione in cui entrano a far parte attraverso la rinascita nello Spirito. Il cammino di scoperta procede di pari passo con una rilettura delle relazioni famigliari alla luce di Amoris Laetitia così da facilitare una maturazione a livello personale, comunitario e famigliare, interessando la capacità di tessere relazioni dentro e fuori l'esperienza ecclesiale.
Nella logica dell'itinerario educativo, questo percorso parte sempre da un momento iniziale, costituito da un'esperienza vissuta insieme; si ferma a rileggerne il significato alla luce della Parola e del proprio vissuto quotidiano attraverso la catechesi in piccoli gruppi, accompagna i ragazzi a confermare il cammino con una celebrazione comunitaria; sollecita in loro un cambiamento attraverso l'impegno personale e di gruppo. Tutto il cammino è sostenuto da attività pratiche, giochi, attenzioni alla famiglia e al territorio che contribuiscono alla crescita personale e comunitaria dei ragazzi.
COME SI ARTICOLA L'ITINERARIO
• L’itinerario si articola sviluppando temi e obiettivi secondo le tappe dell’anno liturgico - come delineato nella parte precedente - legandosi in tal modo indissolubilmente al cammino della Chiesa.
• Ogni tappa prevede uno sviluppo interno che garantisce coerenza ed efficacia dell'azione formativa ed evangelizzatrice che l'oratorio intende operare. Per questo è importante rispettare la sequenza suggerita per le diverse attività.
• In ogni tempo liturgico viene promosso un atteggiamento, presentato all’interno di un’esperienza significativa come una festa, un grande gioco, un’uscita. A partire dalla riflessione sul senso dell’esperienza prende avvio una catechesi volta a svelarne il significato profondo, capace di determinare un cambiamento, che si manifesta nella preghiera e si concretizza nell’assunzione di un impegno che può interessare sia la sfera privata-familiare, sia quella sociale. Lungo tutto l'itinerario saranno oggetto di particolare attenzione in questo senso le situazioni paradigmatiche costantemente sottolineate da Papa Francesco: i migranti e le persone con disabilità.
• Ogni tempo liturgico è connotato anche da attività specifiche per ogni periodo, che fanno da contesto per ulteriori esperienze e arricchiscono la proposta educativa con iniziative che coinvolgono non solo l’oratorio, ma anche la parrocchia, il territorio e in particolare le famiglie, che potranno essere sensibilizzate al rinnovamento delle relazioni intra- ed extra-famigliari, in una riscoperta del proprio ruolo di “Chiesa domestica”.
• Accanto ai momenti di maggiore impatto che coinvolgono l'oratorio nel suo insieme, la proposta dell'itinerario dà grande importanza anche all’attività del piccolo gruppo, omogeneo per età, per favorire una vera relazione educativa tra bambini e catechisti, che sono per loro amici, fratelli nella fede, testimoni.
COME SI ARTICOLANO QUESTI SUSSIDI
Dopo l'esperienza dello scorso anno, e le opinioni raccolte dagli oratori che hanno utilizzato questi sussidi, abbiamo deciso di mantenere per le dispense di ogni tempo liturgico il formato ridotto e la divisione in tre fascicoli. Ma c'è comunque una novità che aiuterà a sfruttare più efficacemente negli oratori proprio questa separazione in tre parti.
Il Fascicolo progettuale per il Consiglio dei catechisti - che si ha tra le mani in questo momento - presenta il quadro generale dell'itinerario annuale e illustra in dettaglio il tema e gli obiettivi educativi specifici di ciascuna tappa, sia in forma analitico-teorica (con l'introduzione per il tempo e la catechesi per i catechisti dell'oratorio), sia in forma sintetico-pratica (attraverso lo schema a "lisca di pesce" che illustra visivamente la corretta sequenza dei passi per completare la tappa). Soprattutto, questo fascicolo contiene una proposta di attività per il Consiglio dei catechisti perché conosca, acquisisca e viva per primo quella che è la proposta educativa e pastorale per ciascun tempo.
Il Fascicolo per le attività fondamentali da vivere in oratorio riporta l'informazione di sintesi relativa alla tappa e al tempo liturgico in corso, e presenta tutto ciò che permette di delineare in maniera essenziale il percorso educativo della tappa: l'esperienza (grande gioco, festa o altro), la catechesi (differenziata per fasce d'età), la celebrazione e l'impegno.
Il Fascicolo per le altre attività, infine, riporta sempre l'informazione di sintesi relativa alla tappa e al tempo liturgico in corso, e presenta tutte le altre proposte che permettono di completare la proposta educativa con gli elementi ludici (raccolte di giochi) e le attività pratiche, e di entrare nella dimensione missionaria aprendo le porte dell'oratorio verso l'esterno: la proposta di attività nelle e con le famiglie, e quella per l'integrazione.

OBIETTIVI GENERALI DELL'ITINERARIO
Nel corso di tutto l’anno, attraverso le esperienze, i giochi, le attività, le celebrazioni, l’impegno personale e comunitario condivisi in Oratorio, i bambini e i ragazzi sperimenteranno in che modo la Chiesa sia per loro una casa accogliente in cui è possibile crescere ogni giorno nella gioia scoprendo se stessi nella cura dell’altro:
- scopriranno in quale modo Gesù li chiami a far parte della Chiesa, famiglia di Dio fondata sull’ amore;
- sperimenteranno la gioia che deriva dal sentirsi parte di una grande famiglia dove ognuno è importante, amato e rispettato;
- cresceranno nella relazione con l’altro e con Dio, testimoniando come l’amore ricevuto fortifichi i legami in tutti i contesti familiari, rinno

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