Rito dell'Unzione e S. Messa
In concomitanza con la giornata del malato, alcuni confratelli hanno chiesto a questo ufficio opportune delucidazioni circa la possibilità di amministrare il sacramento dell’unzione degli infermi a più malati durante la celebrazione eucaristica, in una domenica o una feria del mese di febbraio.
Venendo incontro a queste richieste e per valorizzare l’opportunità pastorale offerta da questa celebrazione, l’ufficio ha scelto di inviare a tutti i parroci queste brevi note.
- Si abbia cura di preparare adeguatamente l’assemblea liturgica alla celebrazione comunitaria del sacramento. Una breve monizione prima della celebrazione potrebbe risultare opportuna. Non si frammenti però l’unità del rito con continue spiegazioni: i segni sono molto chiari e trovano nella parola liturgica la loro naturale illustrazione.
- L’unzione si deve amministrare a quei fedeli, il cui stato di salute risulta seriamente compromesso per malattia o vecchiaia. Per valutare la gravità del male, è sufficiente un giudizio prudente o probabile. Il sacramento si può ripetere qualora il malato guarisca dalla malattia nella quale ha ricevuto l'unzione, o se nel corso della medesima malattia subisce un aggravamento. Prima di un'operazione chirurgica, si può dare all'infermo la sacra Unzione, quando motivo dell'operazione è un male pericoloso. Ai vecchi, per l'indebolimento accentuato delle loro forze, si può dare la sacra Unzione, anche se non risultano affetti da alcuna grave malattia (cfr. nn 8-11 del Rito).
- I malati che riceveranno l’unzione devono essere precedentemente noti al parroco e opportunamente preparati. Non si amministri il sacramento a persone che ritenessero di accodarsi durante la celebrazione.
- Si predispongano tutti gli aiuti, umani e tecnici, perché anche malati non autosufficienti o impossibilitati a camminare, se lo desiderano, possano essere messi in condizione di partecipare alla celebrazione in Chiesa.
- Il rito dell’unzione in una grande assemblea di fedeli durante la Messa è previsto nel rituale per l’unzione degli infermi, edizione completa (da altare), nn. 115 e sg. Il rito dell’unzione in una grande assemblea di fedeli fuori della messa, nel contesto di una liturgia della Parola è previsto nel rituale per l’unzione degli infermi, edizione completa (da altare), nn. 97 e sg. Purtroppo i testi non si trovano nel rituale in formato piccolo, che spesso è l’unico che si ha in parrocchia. Per comodità dei ministri la scansione del cap. III del rito è disponibile cliccando qui (Estratto dal Rituale Romano. Sacramento dell'unzione degli infermi e cura pastorale degli infermi, CEI 1974).
- Il sacerdote può celebrare la Messa per gli infermi (vesti liturgiche di colore bianco) o la Messa del giorno. La liturgia della Parola può essere quella del giorno, specialmente se si celebra di domenica; è possibile scegliere una delle letture adatte tra quelle proposte nel lezionario per le messe rituali, “Per l’unzione degli infermi” (p. 311 e sg).
- La celebrazione della Messa si svolge come di consueto. Il rito dell’unzione ha luogo dopo l’omelia.
- La celebrazione dell’unzione ha inizio con la litania; se la litania o la preghiera universale è rinviata dopo l’Unzione, si inizia con l’imposizione delle mani.
- Il sacerdote impone le mani su ciascun malato in silenzio e poi pronuncia la preghiera di rendimento di grazie sull’olio già benedetto, come indicato al n. 109. Quindi il sacerdote prende l’Olio e unge l’infermo sulla fronte e sulle mani, pronunciando la formula di rito. Durante il conferimento dell’unzione è bene che i presenti possano ascoltare almeno una volta la formula sacramentale; se l’unzione si protrae, si potrà anche eseguire un canto adatto (attenzione a cogliere l’esatta valenza dell’unzione).
- Se vi fossero più sacerdoti, si possono dividere i malati in gruppi, in modo che ognuno imponga le mani e unga un gruppo. Gesto e parola non sono divisibili tra più ministri: colui che impone le mani unge anche i malati, accompagnando il gesto con la formula prescritta.
- Ministro del sacramento è soltanto il vescovo e il presbitero, mai il diacono.
- Segue la preghiera universale, che si può concludere con una delle orazioni proposte al n. 111.
- Gli infermi possono ricevere la comunione sotto le due specie.
- Per la benedizione finale è previsto un formulario al n. 127.
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