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04/03/2020: ++AVVISO: SOSPENSIONE DI TUTTI I CORSI++
I corsi organizzati dall’Ufficio liturgico (liturgia per la pastorale, presso l’ateneo s. Anselmo; ...>>


16/12/2019: Corso di formazione per lettori
L’Ufficio Liturgico, organizza 2 corsi di formazione per lettori, fatto da 6 incontri ciascuno. Il ...>>



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Formazione Iniziale

 

Percorso formativo per nuovi lettori e accoliti
 

Prima di intraprendere il cammino di discernimento in vista del ministero istituito nel contesto della Diocesi di Roma è bene riflettere sui criteri teologici, ecclesiologici e liturgici che sono a fondamento del percorso e del servizio a cui ci si vuole preparare.
 

Il cammino di formazione al lettorato o all'accolitato è l'ultima fase di un percorso di discernimento che il Parroco opera insieme con il candidato. L'ammissione al percorso formativo non va intesa come un preannuncio o una garanzia della futura istituzione, ma solo come l’inizio di un serio periodo di preparazione e verifica, durante il quale saranno valutate le attitudini al ministero. Il discernimento dei carismi e il conferimento dei ministeri, infatti, sono sempre orientati ai frutti di bene che si possono produrre per la comunità cristiana. L'ammissione al percorso avviene tramite colloquio personale con il direttore dell'Ufficio liturgico, dopo aver compiuto un cammino di discernimento con il parroco. Di solito per questi ministeri nessuno si propone personalmente, ma viene invitato dal sacerdote a riflettere sulla sua vocazione: l'iniziativa parte dalla Chiesa.

La ministerialità istituita non vuole essere un riconoscimento o un premio per i meriti acquisiti dal candidato, né può essere una promozione che facilmente può essere fraintesa come l’autorizzazione a fare terra bruciata intorno a sé, assommando compiti e responsabilità. Talvolta alcuni candidati si propongono al parroco come soluzione immediata di un problema pratico (avere sempre presente qualcuno che apra e chiuda la chiesa, stia in segreteria, serva all’altare…). Questo nel tempo si rivela controproducente. Talvolta infatti qualcuno monopolizza erroneamente i servizi, inibisce la diffusione della ministerialità e la promozione di nuovi collaboratori. Per questo è necessario che ogni lettore e accolito (o chi si prepara a diventarlo) conosca bene le motivazioni che lo ispirano, abbia non solo tempo libero e buona volontà, ma soprattutto equilibrio e maturità umana, coltivi una profonda e seria vita spirituale.
 

La Chiesa intende i lettori e gli accoliti non come super-sagrestani o tappabuchi tuttofare, ma collaboratori responsabili e preparati negli ambiti del loro ministero: un lettore istituito dovrebbe logicamente essere un catechista o il coordinatore di un ambito di catechesi, responsabile del gruppo lettori (formazione, turni,…) capace di formare i nuovi e sostenere gli “abituali”, responsabile di corsi formativi per la liturgia in parrocchia…. Da un accolito ci si attende che sappia coordinare i ministri straordinari della comunione (sia per la formazione, che per la turnazione nell’assicurare l’assistenza ai malati), che sappia guidare e incentivare i ministranti bambini e giovani, che possa gestire la sagrestia e rendersi responsabile di tutto quello che riguarda la dignità e il decoro della chiesa e della celebrazione. Ci si aspetta che nelle celebrazioni più importanti (si pensi al triduo pasquale) possa coordinare e guidare la preparazione e lo svolgimento dei riti… Un investimento iniziale nella formazione dei candidati, sul medio e lungo periodo potrà risultare molto fruttuoso e soprattutto innescare un circolo virtuoso che coinvolge altri.
Inoltre il giorno della istituzione il Vescovo assegna il lettore o l’accolito alla parrocchia: pertanto senza un esplicito permesso non è possibile cambiare la sede in cui si presta ordinariamente servizio, né è opportuno vagare da una parrocchia all’altra, svolgendo il servizio ora in questa ora in quella comunità o realtà ecclesiale, ma non garantendo la propria presenza stabile in nessuna.

 

Questi principi erano già stati fissati a livello diocesano da alcuni anni, con buoni frutti. In quest’ultimo periodo abbiamo previsto la possibilità di un confronto dei candidati con altri parroci e con l’ufficio liturgico e incentivato la partecipazione a corsi pratici. In questo modo siamo giunti a confermare la strutturazione del cammino in almeno tre anni (se fosse necessario qualche mese in più nessuno si sentirà bocciato: i frutti dell’albero non maturano tutti contemporaneamente) e una formazione su tre linee:
- il corso triennale di liturgia per la pastorale presso il PIL (il giovedì pomeriggio dalle 19.00 alle 20.30) con esame annuale ed esame complessivo finale;
- l’incontro mensile in una parrocchia della Diocesi di solito il sabato mattina (in modo che, nell’arco di tre anni, i candidati entrino in contatto con tre realtà comunitarie e con tre parroci diversi dai contesti ecclesiali di appartenenza);
- due corsi pratici (proclamazione della Parola e servizio all’altare) da seguire possibilmente nel quarto anno, come preparazione pratica al servizio liturgico, per garantire che ogni candidato conosca non solo i principi teologici, ma anche l’applicazione nella prassi.


Periodicamente si tengono incontri del direttore dell’ufficio liturgico con i candidati per un colloquio, per verificare che il programma formativo che abbiamo ideato sia adatto alle reali esigenze di ognuno, che la persona stia coltivando un autentico cammino di fede e di discernimento e stia progredendo nello spirito di servizio.
Il primo responsabile del percorso formativo è il candidato, che però viene costantemente accompagnato dal parroco, sia nel percorso di fede (che si svolge in parrocchia, attraverso la partecipazione alle attività ordinarie), sia nell’inserimento nel servizio alla parrocchia e alla Chiesa diocesana. Forse alla fine di questo scritto il percorso proposto può sembrare articolato e complesso. Siamo giunti a formularlo anche attraverso qualche spiacevole esperienza con persone che durante il cammino formativo si sono tenute un po’ nascoste e poi hanno rivelato un carattere difficile a livello relazionale (sia con il parroco, sia con gli altri operatori pastorali), scarso interesse per l’annuncio del vangelo (concentrandosi su una cura dell’esteriorità della liturgia), scarso senso di ecclesialità e di ministerialità (“ora che sono istituito non serve nessun altro, faccio tutto io”). Per questo ci impegniamo a offrire alle parrocchie un percorso formativo che faciliti l’inserimento di lettori e accoliti nel vissuto ecclesiale e prepari autentici collaboratori dei pastori, non potenziali problemi nella pastorale.

 

Per accedere al percorso di formazione al ministero del lettorato e dell'accolitato occorre presentare all'Ufficio Liturgico, entro il 30 settembre, i seguenti documenti:

 

 

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